Bruxelles, 11 agosto 2022

Un riscontro positivo quello sull’interrogazione alla CE proposta da Federcaccia tramite gli eurodeputati Marco Dreosto e Massimo Casanova. Nello specifico é stato chiesto se LA Commissione ritenesse valida l’ipotesi che gli Stati membri potessero individuare associazioni o istituti territoriali che, in base a norme nazionali, svolgessero azioni di miglioramento ambientale – come ATC e AFV – al fine che le medesime potessero essere riconosciute e titolate per accedere ai bandi della futura PAC su progetti agroambientali. La CE ha dunque risposto che per il raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici dell’UE, ricompresi in quelli specifici della futura PAC 2023-2027 è possibile ricorrere a vari strumenti, tra cui il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR): gli Stati membri dovrebbero concedere pagamenti agli agricoltori e altri gestori di terreni che assumono volontariamente impegni in materia di gestione che contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento agli stessi e alla protezione e al miglioramento dell’ambiente e delle risorse naturali. Lo strumento non è riservato solo agli agricoltori: può essere infatti esteso ad altri gruppi di gestori di terreni se compatibile con gli obiettivi ambientali e climatici perseguiti. Spetta agli Stati membri, durante l’elaborazione dei piani strategici della PAC, definire i beneficiari ammissibili e i criteri di ammissibilità specifici per ciascuno dei rispettivi impegni agro-climatico-ambientali. La CE ha inoltre precisato che, benché il diritto e la responsabilità di consentire ai soggetti pertinenti l’accesso agli inviti a presentare proposte spettino alle autorità nazionali, la futura PAC incoraggia l’adozione di approcci collettivi e il coinvolgimento di attori locali con chiare competenze in materia ambientale. L’applicazione di tali approcci prevede che una serie di agricoltori/gestori di terreni convengano di mettere in atto gli impegni in materia di gestione in una zona predefinita e garantire così un miglioramento della qualità dell’ambiente su scala più ampia, spesso a livello di paesaggio o di habitat.